testi critici / critical texts


Spazi virtuali

«Non v’è dubbio che, nelle sue opere, Luca di Castri voglia proporci un’idea di manipolazione degli spazi, non tanto nelle dimensioni o nelle reali proporzioni (non si parla pertanto di alterazioni o di deformazioni degli spazi vivibili) quanto nella loro percezione visiva.
Le opere selezionate per questa mostra appartengono all’ultimo quinquennio e sono state raccolte sotto il titolo di “spazivirtuali” dove per spazio si deve intendere la scena, la rappresentazione, l’ambiente, la dimensione temporale e per virtuale il simulato, ciò che appare reale, che è oltre al reale, che nega le logiche del vero.
Le alterazioni di Luca riguardano un percorso molto vario e sicuramente alla costruzione di questi spazi virtuali vi arriva attraverso diverse modalità.
Da una parte abbiamo rappresentazioni di paesaggi che, sebbene ideati e concepiti sul modello classico di un orizzonte che divide idealmente la tela e di una proiezione dell'osservazione verso un infinito, qui vengono elaborati affinché la percezione arrivi ad un limite e sia costretta a fare i conti con degli sbarramenti, delle schermature.  Si tratta di preclusioni trasparenti ma che non possono che convincere a fermarsi, a non andare oltre; imponendoci di restare nel vissuto più prossimo e circoscritto.
Dall’altra parte abbiamo dei giochi prospettici a volo, dall’alto, su città osservate, scrutate da un punto di vista a volte improponibile per un comune osservatore;  un punto di vista che ribalta l’impostazione precedente poiché non è tanto il luogo che osserviamo a trovarsi in una dimensione alterata ma è il luogo di partenza a risultare altrove rispetto al vissuto che curiosiamo.
Infine abbiamo le tele nelle quali il gioco delle manipolazioni percettive dello spazio si fa ancora più estremo poiché l’artista crea una perfetta fusione tra gli spazi e i suoi attori, tra il contenitore e il contenuto, tra l’ambiente e i personaggi che in esso si muovono;  fusione che conduce alla perdita della definizione e della singolarità dei soggetti, trasformandoli in una parte del tutto.
Ma cosa vuole dirci Luca Di Castri con queste immagini? 
L’artista ci invita al gioco della sorpresa, che poi diventa processo illusorio.  Ci ricorda che la finzione è sempre lì, a far parte del reale, e che gli spazi virtuali sono tutt’altro che immaginari. 
Non ci troviamo di fronte a scene surrealiste, ovvero a inattese visioni che sorprendono per la loro assurdità o perché contraddicono le nostre certezze. Qui ci troviamo di fronte  all’illusione che governa il senso di ciò che facciamo.   E’ come se Luca ci suggerisse di stare attenti perché quella che noi chiamiamo realtà alla fine potrebbe rivelarsi una mera illusione e che in fondo gli spazi sono davvero tutti virtuali.»
 
Ciro Inserra

"Spazi virtuali" (Virtual Spaces)

«There is no doubt that in his works Luca di Castri wants to propose the idea of space manipulation, not in terms of changing the sizes or the real proportions of spaces (it does not refer to any alterations or deformations of the living space) but in terms of the visual perception they suggest.
The works selected for this exhibition belong to Di Castri's last five years and were grouped under the title "spazi virtuali" (virtual spaces) where “space” is meant for the stage, the performance, the setting, the passing of time. “Virtual” is what appears to be real; what stands beyond the real and denies the logic of reality. Di Castri's alterations refer to a varied path and are certainly built in many different ways.
On the one hand we have representations of landscapes that, although conceived and designed by following the classical pattern (consisting of a horizon which ideally divides the canvas in two while the eye projection goes into the infinity) are in this case processed so that the perception is pushed to its limit, and is forced to deal with dams and barriers.
These are transparent veils which can only convince the viewers to stop and not to go further; and force them to stay in the closest and most circumscribed living space.
On the other side we have the flying-eye perspective from above, of cities which are observed and scrutinized from an impossible point of view for an ordinary observer; a point of view which reverses the previous setting not because the place we look to belongs to an altered dimension, rather because it is the place of observation itself to be far away from the observed place.
Finally we have the paintings in which the manipulation game of the space perception becomes more extreme since the artist creates a perfect blend of space and its actors; between the container and the content, between the environment and the characters who move in it.
This fusion leads to the loss of identity and of the peculiarities of the subjects, thus transforming them in a part of the whole.
What does Luca di Castri want to say with these images?
The artist invites us to the game of surprise, which later becomes an illusory process.
He reminds us that fiction is always there, as a part of reality and that the virtual spaces are not imaginary at all.
There are no surrealistic scenes nor unexpected visions which surprise us for their absurdity or which contradict our beliefs.
Illusion rules the sense of our actions. In the end, Luca suggests that we must be careful because what we call reality could eventually prove to be a mere illusion and that all spaces are basically virtual.
»  
Ciro Inserra

Il sapore del silenzio

«Dietro tutte le cose che crediamo di conoscere bene,
se ne nascondono altrettante che non conosciamo per niente.
La comprensione non è altro che un insieme di fraintendimenti.»
Haruki Murakami, "La ragazza dello Sputnik"

«Pervasa da accesi umori esistenziali, l’opera di Luca di Castri risalta nel panorama contemporaneo per la raffinata identità di una pittura abitata da fecondi contributi lirici. Sebbene egli guardi al grande "circo" della realtà con occhi ora stupiti ora cinici, al solito è un curioso languore dolceamaro a indirizzare la prospettiva di scene nelle quali l’uomo compare come un relitto dopo il passaggio tumultuoso della tempesta (La zuppa, 2009).
Offrirsi al contagio delle inquietudini ovunque latenti, diventa dunque per di Castri il più prolifico avvicinamento ai temi che hanno sin qui scandito il suo pregevole percorso pittorico. La riflessione su quanto di invisibile resta taciuto nelle pieghe della vita è impegno costante: vi si riverbera un senso di solitudine che è spesso anche isolamento ricercato, desiderio di estraniarsi da un mondo colmo di vincoli inaffidabili.
Di Castri indaga profondità interiori che alternano precipizi e incanti. Dipinge mescolando colori e stati d’animo, risalendo lentamente la corrente di pensieri che affollano il proprio quotidiano come tarli; e in quelle tipiche atmosfere, ove è dato di cogliere fragranze smarrite nella memoria e il sapore evocativo che hanno certi silenzi (Il molo, 2007), chiunque – volendolo – può infine intuire quanto, davvero, si sia pericolosamente allontanato da se stesso.
Sarebbero certo piaciuti a Renzo Vespignani e a Gianfranco Ferroni questi lavori che esprimono, di di Castri, l’intimo coinvolgimento e qualche visione surreale (La sposa, 2010). Noi continuiamo volentieri a goderne per quel qualcosa di vero, diresti di toccante ed essenziale, che in pittura, ormai, è sempre più raro trovare.»
Giovanni Faccenda

The flavour of silence

«Behind all the things we think we know well,
hide so many others we do not know at all.
The understanding is nothing more than a set of misunderstandings.»
Haruki Murakami, "The Girl of Sputnik"

«The work of Luca di Castri, pervaded by vivid existential moods, stands out in the contemporary scene for the refined identity of the painting inhabited by fertile lyrical references. Although he looks at the grand "circus" of reality sometimes with amazed eyes, sometimes with cynical eyes, it is usually a peculiar bittersweet dreaminess which directs the perspectives of the scenes where man appears like a wreck after the tumultuous passage of a storm (La zuppa, 2009).
Offering himself up to the contagion of the ever present anxieties, becomes for di Castri the easiest way to approach the themes that have so far marked his remarkable artistic career. His constant commitment is to reflect on how much invisibility lies hidden in the folds of life: there reverberates a sense of solitude that is often isolation sought, a desire to be estranged from a world full of unreliable constraints.
Di Castri explores the inner depths which alternate between precipices and enchantment. He paints by mixing colors and moods, slowly climbing against the stream of thoughts that fill his daily life like woodworms. In those peculiar kinds of atmospheres, it is possible to recall fragrances lost in the memory and the evocative flavor that some silences carry (Il molo, 2007).
Anyone – who wants to - can finally grasp how dangerously far away they have gone from themselves.
Renzo Vespignani and Gianfranco Ferroni would certainly like the works that express di Castri's intimate involvement and his surreal visions (Bride, 2010). We willingly continue to enjoy his work for that something that is true, you might say which is touching and essential, that is always more difficult to find in painting today.
»
Giovanni Faccenda

Apparenze

«Il titolo è congeniale all’espressione di Luca di Castri, per quello sbirciare originale e sottile nell’assurdo di impaginazioni simboliste. Campiture in cui il colore prende il sopravvento, teli sospesi, illusionistiche scompaginature vengono messe in campo da Luca, con l’ironia e l’abilità pittorica che gli appartengono, sempre rinnovando il suo terreno d’interesse. Questa volta, con "apparenze" di attori e comparse, si muove disinvolto tra mondine incorporate in quel velo, che le donne ripiegate sulla loro fatica maneggiano assorte, e da cui traspaiono risaie intrise d’acqua, mentre solari dischi di paglia proteggono dalla calura. Così la pittura si apre alla lirica e la fatica si fa più lieve. Altrove è l’oscurità accesa da luci irreali, un plenilunio con sorprese di umane presenze. Lontani paesaggi, nature scomposte traguardano il visibile, filosoficamente ammiccante, come Luca sa fare.»
Giovanna Giusti

Appearances

«The title is congenial to the way Luca di Castri expresses himself, for his original, subtle peeking into the absurdity of symbolist layouts. Backgrounds where colour prevails, hanged up clothes, illusionistic disorder is implemented by Luca, with the irony and the artistic ability that belong to him, always renewing his field of interest. This time, with "appearances" of actors and extras, he moves between casual workers in the paddy fields embedded in that veil, which the women handle absorbed in their thoughts, bent down in their own labor, and from which rice soaked in water transpires, while solar discs of straw protect them from the heat . In this way, the painting opens up to lyricism and the fatigue lightens.
Elsewhere, it is the darkness lit up by unreal lights, a full moon bright with surprises of human presence. Distant landscapes, dismantled nature reach out to the visible, philosophically winking, as Luca can do.»

Giovanna Giusti

Il realismo extra-ordinario di Luca di Castri

«...La vena onirica che attraversa le sue immagini diviene accento, libertà poetica, derivante dall'immaginario quanto dalla memoria; senza mai spingersi all'esasperazione visiva e metaforica del surrealismo si palesa infatti non quale schermo deformante la realtà bensì suo prezioso ulteriore ingrediente. Così i suoi soggetti... sono maschile e femminile altrettanto che luoghi, ambienti, dove interno ed esterno interagiscono in uno scambio di ruolo; sono paesaggi notturni dove alberi e case formano un'unica architettura o un'unica foresta ma sempre, persone e spazi, sono di volta in volta pulsanti, intrisi, soffusi, di una luce fiabesca e immersi in un silenzio esistenziale. (...)E' qui il suo accento magico... Quanto più la sua materia pittorica e così le sue figurazioni appaiono raffinate e ricercate nella loro definizione tecnico-visiva tanto più la sua narratività mantiene una suggestiva sospensione di senso: il suo tema, si potrebbe dire, è la vita, che appare, ed è, come una sorta di teatro emblematico...».
Roberta Fiorini


The extra-ordinary realism of Luca di Castri

«...The dream-like vein that runs through his images becomes an accent, poetic freedom. It arises from imagination as well as from the memory, but never becomes the visual or metaphorical exasperation of surrealism, and reveals itself not as a mirror that deforms reality, but as a precious additional ingredient of reality itself. ...So his themes are male and female, places, settings where inside and outside interact in an exchange of roles. There are night landscapes where trees and houses are built into one single architecture or one single forest; people and spaces are alternately vibrant, soft, or filled up with a fairy light and immersed in an existential silence. (...)Here lies his magical accent... The more his pictorial theme and his settings are refined and sophisticated in their technical and visual definition, the more his narrative maintains a suggestive suspension of the meaning. It could be said that his investigation is life itself, which appears, and is, a sort of emblematic theatre...».
Roberta Fiorini

Nuovo Umanesimo

«Una descrittività narrativa coinvolgente intensamente evocativa lontana dall'analitico virtuosismo di maniera, aridamente mimetico, propaga la soffusa chiarità dell'incantamento sottile con cui Luca di Castri rende presente l'empito vivido di una relazione metamorfica del corpo con la materia organica dispiegata nel largo affresco della Natura, madre generosa che rigenera in un atto palpitante e perenne il miracolo aurorale della vita nascente.»
Maria Claudia Simotti


A New Humanism

«A captivating, intensely evocative description, far from the analytical virtuosity of a cold mimetic, Mannerist painting, spreads the soft clearness of the subtle enchantment with which Luca di Castri reveals the vivid impetus of a metamorphic relation of the body with the organic matter in the large fresco of Nature, generous mother that regenerates in a pulsating and continuous aurorial miracle of a new life.»
Maria Claudia Simotti


Simbolica

«...Visioni talvolta algide, come desunte da un underground popolato da uomini-manichini dalle reminiscenze di un universo culturale tedesco prebellico. Metamorfosi che annullano donne nella natura, simulacri di soffusa sensualità e sessualità, estetizzanti richiami boekliniani rimangono codici semantici e semiologici sospesi tra l’onirico pulsante freudiano e la più lata psicoanalisi junghiana, dove la libido diviene energia psichica in generale, motore di ogni manifestazione umana. Simboli analogici che si fanno allegorie ovattate, comunicanti più che i concetti le emozioni psichiche; ambientazioni raffinate, dove la pittura riconquista tutto il suo originario spazio e la sua valenza narrante.»
Giampaolo Trotta


Symbolica

«...Visions sometimes cold, as derived from an underground populated by men-dummies with reminiscences of a pre-war German cultural universe. Metamorphoses that evaporate women into nature, simulacra of soft sensuality and sexuality; aesthetic Boeklinian references that remain semantic and semiological codes suspended between the pulsating Freudian dream and the broader Jungian psychoanalysis, where libido becomes mental energy, engine of every human activity. Analogical symbols that become muffled allegories, communicating psychic emotions rather than concepts; refined settings where the painting retakes all its original space and capacity for story-telling.»
Giampaolo Trotta


La pittura come scrittura emotiva della vita e del sogno

«...pone le basi del suo lavoro sull'aspetto speculativo e analitico della realtà che viene centellinata, autopticamente frammentata e visionata perchè la si possa afferrare per fotogrammi, per tessere...nella resa dell'essenza, dagli urgenti concetti universali ai meccanismi elementari della quotidianità, giungendo agli opposti di uno svisceramento quasi crudele... e ludico.»
Giorgio Distefano


Painting as emotional writing of life and dream

«... he lays the foundation of his work in the speculative, analytical appearance of reality, which is tasted, fragmented and represented in a way that it becomes possible to grasp it in frames or tiles..., rendering its essence, from the urgent universal concepts to the elementary mechanisms of everyday life, leading to the opposites of an almost cruel... yet playful disembowelling.»
Giorgio Distefano


«...un linguaggio per leggere il disordine interno, forme e colore per rivoluzionare il caos, niente a che vedere con una soluzione ma quanto di più intimo e invitante a una possibilità di lettura, il linguaggio cambia ma il metabolismo è sempre lo stesso... conoscere di più dei suoi segni curati, delle sue curve e linee fini, dei suoi accenni ai tumulti e a nervose passioni... un ritmo più denso, un tocco più forte, che resta a lungo e poi si perde fino a sparire, ritorna di un altro colore, al centro, fuori da se stesso.»
Stefania Giuliani


«...a language to read the internal disorder, shapes and colors to revolutionize the chaos, nothing to do with a solution but an intimate and inviting opportunity to read. The language changes but the metabolism is always the same... a better knowledge of his accurate signs, his fine curves and lines, his allusion to emotional passions... a most substantial rythm, a stronger touch that remains for a long time and later dissolves until it disappears , returns in another color, in the centre, outside itself.»
Stefania Giuliani


Cosmopoli

«I soggetti: uomo, natura, infinito, si richiamano l'un l'altro, si dissolvono l'uno nell'altro, coesistono l'uno nell'altro, improntati ad un innato lirismo. Ritornano negli anni le stesse tematiche con un' attitudine ad un ritmo mentale, pendolare e circolare, in un moto oscillante e vertiginoso, come un ascensore che raggiunge i diversi piani del pensiero, in una oscura profondità mentale... L'arte di Luca di Castri riabilita valori misconosciuti, accantonati e umiliati: il rapporto profondo fra gli uomini, la ricerca d'amore, il tempo del pensare...
...E' come uno sprofondare nell'anima, giù fino ad evocare lo spleen caro al Romanticismo, dove... "Romanticismo consiste nel dare a ciò che è comune un significato più alto, a ciò che è familiare un aspetto enigmatico, al noto il prestigio dell'ignoto, al finito l'apparenza dell'infinito." (Novalis, 1798).»
Elisa Mazzini


Cosmopoli

«The subjects are man, nature, and the infinite. These themes interact with each other, dissolve into each other, co-exist one with another, guided by an innate lyricism. The same themes reoccur over the years, in a pendular and circular rythm of the mind, in an oscillatory and dizzying motion, like an elevator that passes through different levels of thought, in the dark depths of the mind... The art of Luca di Castri rehabilitates unrecognized, forgotten and humiliated values: the deep relationship between human beings, the search for love, the time for thinking...
...It is like sinking into a soul, until the spleen dear to Romanticism is evoked, where … "To romanticize the world is to make us aware of the magic, mystery and wonder of the world; it is to educate the senses to see the ordinary as extraordinary, the familiar as strange, the mundane as sacred, the finite as infinite." (Novalis, 1798).»

Elisa Mazzini